Inaugurazione: Sabato 6 maggio, ore 18.00 nella piccola corte antecedente alla Casa Tartini per l’occasione, visita all’opera con l’artista.
L’installazione sarà fruibile dalle 18.00 alle 22.00, nell’area compresa tra Piazza Tartini, via Adamič e via dell’ ospedale, dal 4 maggio al 7 maggio 2017.
L’installazione Prisoners scaturisce dall’esigenza di indagare l’esperienza della prigionia in senso percettivo. Partendo dal vissuto storico della Grande Guerra, si innesca una riflessione sull’idea della reclusione, costante invariabile e implicazione di tutti i conflitti, che ha impattato sul modo in cui oggi percepiamo il mondo.
Installate nello spazio urbano di Pirano, le strutture cubiche poste a terra, squadrate e monolitiche, si aprono al dinamismo mostrando l’immagine dei numerosi prigionieri che dal loro interno, disperati, cercano l’uscita. L’imbattersi casuale nelle opere, induce a riflettere sul paradosso dell’incontro-scontro tra la libertà del passante e la condizione esasperata, fuori da ogni tempo e da ogni luogo, del prigioniero, risvegliando così una preziosa – seppur scomoda – memoria storica. L’opera dialoga con il linguaggio delle forme della città, in un paesaggio antropizzato in cui in confronto tra il chiuso (gli snelli vicoli che la caratterizzano) e l’aperto (l’ampia costa e lo sconfinato paesaggio marittimo) conduce il visitatore fino al mare, simbolo di speranza e di libertà da ogni prigione.
Un contenitore come metafora di tutte le reclusioni, non solo quelle dovute alle guerre conclamate ma anche a quelle sommesse, in un tempo in cui l’uomo è soprattutto prigioniero di sé stesso: quali sono dunque i confini di una cella? I lati dei cubi ne rappresentano forse il limite fisico e intrinseco del nostro essere nel mondo, il video in movimento può rappresentare invece l’aspirazione ad affrancarsene.
Due linguaggi convivono in un’opera: la fissità e la perfezione della figura geometrica, unita ai gesti disperati e imperfetti di chi sa di non potersene liberare né di poter essere ascoltato. È questa la prigione, senza prospettive, che l’artista racconta rivisitando uno scenario di uomini carcerati/carcerieri, come quello di cento anni fa, quando l’Europa si presentava come una grande prigione a cielo aperto, con più di 15 milioni di persone incarcerate in prigioni di guerra, e altrettante intrappolate nelle loro case occupate, nei campi di evacuazione e di lavoro forzato. I cubi sono contenitore e contenuto, e ciascun prigioniero è portatore di una propria storia: ogni prigione è diversa, ogni storia è diversa. Percorrendo le vie della città si incontrano, quasi per caso, questi racconti. Quando dopo a qualche ora l’installazione tace, spariscono i volti e, insieme a questi, la loro storia. Un’opera multimediale che quotidianamente muore e quotidianamente rinasce insieme a chi la abita.
L’installazione si manifesta ai passanti in modo inaspettato, induce un pensiero primordiale forte e disperato che rammenta a ogni uomo che il proprio stato naturale è la libertà.
In collaborazione con la Comunità autogestita della nazionalità italiana di Pirano, la Comunità degli italiani Giuseppe Tartini di Pirano ed il Comune di Pirano.